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DIC. GEN. 2020 13 ni”. Ma che caratteristiche deve avere questa persona? “Deve godere della fiducia di tutte le persone di famiglia e deve essere percepita come super partes . Può essere un consulente, ma a volte è consigliabile cooptare un amico o un imprenditore che sia già nel network della famiglia”. MONDI DIVERSI In gioco ci sono due visioni diverse dell’azienda: “ciò che andava bene vent’anni fa può non andare più bene oggi o addirittura tra vent’anni, e chi entra deve avere uno sguardo al futuro e portare un cambiamento che a volte contrasta con chi deve lasciare le redini, ed è anche giusto così”. Quali sono le aree “calde”? “La digitalizzazione innanzi tutto; ormai è impensabile competere sui mercati senza. Ma è anche importante sce- gliere e valutare bene la persona da inserire: non sempre figli o nipoti sono le persone giuste. E occorre formazione e competenza: guai pen- sare che “tanto poi si formerà sul campo. Oggi il mondo corre a una velocità tale che chi entra in azienda dovrebbe non solo avere studiato, ma anche avere fatto un’esperienza di almeno due anni in altre aziende, meglio se all’estero, il che consente di acquisire autorevolezza anche presso collaboratori e dipendenti, toglien- do almeno in parte quel senso del “figlio/a di papà”, imposto dall’alto”. TABÙ DA SFATARE È insomma necessaria una grande obiettività e lungimiranza da parte dei titolari. Ed occorre sfatare un tabùdellanostra società fondata sulla famiglia: “se l’erede non vuole en- trare in azienda o non è in grado di subentrare, meglio vendere. Oppure chiamare un manager esterno con la famiglia che resta proprietaria”. FATTORE UMANO Nonmancano le remore verso le nuo- ve generazioni che hanno studiato e tendono a loro volta a mettersi su un piedistallo. “Ma per affronta- È importante scegliere e valutare bene la persona da inserire in azienda: non sempre figli o nipoti sono le persone giuste re le sfide del mercato globale – e l’audience per l’alimentare italiano è potenzialmente globale – e della concorrenza, in azienda occorrono cambiamenti sostanziali” dice Luca Vivanti, professore a contratto del Politecnico di Milano e di Torino ed esperto di neuromarketing. Che sottolinea l’importanza del “fattore umano”, in cui spesso le generazioni precedenti erano maestre in modo intuitivo mentre oggi la customer experience, cruciale per distinguer- si, può e deve avvalersi di tecniche e tecnologie avanzate. Ricordando che anche se una azienda distri- butiva potrebbe gestire tutto con l’e-commerce, in realtà questo non funziona. “Occorre dialogare e ge- Luca Vivanti, Consulente di Marketing e Neuromarketing, Professore a Contratto del Politecnico di Torino
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