Qualitaly_113
OTT. NOV. 2019 3 N egli ultimi tempi sono tanti a chiamarmi – un po’ simpatica- mente – Ironman. Questo per via della mia passione per il triathlon, uno sport che ho cominciato ad amare in tempi recenti ma che, in poco tempo, mi ha insegnato uno stile e una filosofia di vita nuovi che ho cercato di portare anche nel mio lavoro quotidiano. A chi mi chiede perché il triathlon, rispondo che a spingere una persona a cimentarsi con questa disciplina è la voglia di scoprire i propri limiti. Ovviamente, è innanzitutto una sfida con se stessi ed è bello capire fino a che punto ti puoi spingere per raggiungere un obiettivo. Perché ho voluto parlare di questa mia passione? Perché è un modo per lanciare una sfida a tutti i soci CIC. Proviamo a farci questa domanda: fino a che punto vogliamo spingerci per raggiungere il nostro obiettivo come Cooperativa? Quando abbiamo cominciato a costruire quella che poi è diventata la nostra punta di diamante – i prodotti a marchio – siamo stati tutti coesi a individuare quella che poteva essere la gamma più giusta da realizzare per essere competitivi. Oggi, forse, dovremmo spingere ancora sull’acceleratore per lasciare defi- nitivamente dietro i nostri competitor. La ristorazione continua a evolversi. I gusti dei consumatori cambiano. C’è un’attenzione – quasi maniacale – alla salute, alla forma fisica; per- ché l’avventore oggi ha capito che non è solo quanto si mangia a influire sull’aspetto fisico, ma anche la tipologia di ingredienti che lo chef impiega per realizzare il menù. E noi dobbiamo pensare a questo. È importante ascoltare le esigenze dei locali che serviamo. Dobbiamo chiedere loro in che modo implementare la nostra gamma prodotti. Insomma, la sfida non è semplice – un po’ come il triathlon – ma quel che è certo è che noi abbiamo tutte le carte in regola per vincerla! IL PUNTO Silvestro Panconi, Consigliere d’Amministrazione Cooperativa Italiana Catering
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