Qualitaly_113

OTT. NOV. 2019 47 Gli alimenti ad alto contenuto di grassi estraggono maggiori composti chimici dannosi dagli inchiostri de su materiale stampato, scegliere quello che abbia uno strato polite- nato a coprire la stampa, facendo da barriera al contatto diretto con l’alimento. “Per capire se una tovaglietta ha que- sto rivestimento o meno – consiglia Marinella Vitulli – basta strapparne un angolino per capire se si vede il filmdi rivestimento. Io lo faccio sem- pre quando vado a mangiare fuori e la mia famiglia mi prende in giro per questa “deformazione professio- nale”, eppure con questo metodo un ristoratore potrebbe capire se le tova- gliette che sta usando sono o meno idonee al contatto alimentare, anche sul lato stampato”. In fase di acquisto, poi, è obbli- gatorio richiedere la dichiarazione di conformità al contatto con gli alimenti del prodotto. “Questa – spiega – serve anche nel caso di un controllo delle Autorità sanitarie sull’esercizio. La dichiarazione di conformità deve dire come è fatto il materiale e se ci sono indicazioni d’uso particolari (per esempio, non mettere il lato stampato a contatto diretto con il cibo). Se il fornitore non rilascia la dichiarazione di con- formità, meglio cambiarlo, perché non solo il fornitore non è in regola, ma anche il gestore, perché c’è l’ob- bligo di rilasciare e detenere la di- chiarazione di conformità; l’obbligo di detenzione spetta all’esercente. La dichiarazione deve esserci anche per gli articoli di importazione. Bi- sogna staremolto attenti agli oggetti da finger food che provengono da Paesi del Far East dove le regole non sono molto severe e spesso gli oggetti contengono molti additivi. Questi articoli sono spesso corredati da rapporti di analisi non ineren- ti all’analisi del rischio e qualcosa può sfuggire ai controlli doganali, nonostante le Dogane italiane siano tra le più efficienti”. CARTONI DA PIZZA, SOLO CARTA VERGINE Un altro tema caldo per chi si occupa di ristorazione è quello dei cartoni per la pizza. “Anche in questo caso – spiega Marinella Vitulli – manca una legislazione europea armonizzata, ma in Italia è vietato usare carta da riciclo per produrre i cartoni per la pizza, per evitare che questi ultimi siano contaminati dai composti usati per la stampa e altri residui. Di con- seguenza, se il produttore è italiano, non dovrebbero esserci problemi. Diverso è se si acquista da un for- nitore proveniente da un Paese con regole diverse o senza regolamen- tazione specifica. In questo caso il rischio di trovare contaminanti c’è, tanto più che la pizza non è alimento secco per la presenza della guar- nizione. Per ovviare a questo pro- blema, all’estero si sta diffondendo l’uso di imballi in plastica, ma con la norma sui monouso in plastica è probabile che questo trend venga interrotto”.

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