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PRIMO PIANO OTT. NOV. 2019 16 Anche i giovani imprenditori crescono e fanno bambini. Così dopo avere lanciato negli anni ‘90 discoteche e birrerie, aprono una catena di ristoranti a misura di bimbo, anzi di famiglia. La storia ce la racconta Matteo Giorgi, uno dei tre soci fondatori di Pollicino, 11 “ristofamily” nel Nord Italia, tra pdv su strada e centri commerciali, oltre 10 milioni di fatturato e 240 dipendenti. “Ogni locale ha un’area bimbi di almeno 20 metri quadri con animatrice e giochi elettronici per gli over 9. Ma non siamo una ludoteca dove si mangia, di solito male. Siamo un ristorante di qualità”. In menu: hamburger, pizza e gnocco fritto ma anche carne premium; l’estetica è quella della birreria, spazi alti e ariosi con tanto legno, i coperti sono circa 150 “pensati per le compagnie, perché gli amici fanno figli più o meno tutti nello stesso periodo”, il servizio veloce ma curato. “I bambini hanno un menu e una tovaglietta a parte ma mangiano con i genitori, poi vanno a giocare. Gli adulti ordinano dalla carta”. La domenica in due locali c’è il brunch a buffet “ma anche il baby cooking, i bambini fanno la pizza, da mangiare sul posto o da portare a casa”. Ci sono 50-60 seggioloni a disposizione, che si richiedono alla prenotazione in modo da trovarli già pronti all’arrivo. Il “target bambini” va dai sei mesi ai 12 anni. È un format assai poco sfruttato in Italia quello dei “ristofamily”, ma nel caso di Pollicino è risultato vincente: nel 2020 sono previste altre quattro aperture. Pollicino, dalla disco alla family 9:45

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