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AGO. SET. 2019 46 IN CUCINA Ghiaccio: un alimento sottovalutato C osa c’è di più semplice e banale di un cubetto di ghiaccio? Apparen- temente nulla, eppure anche il ghiaccio merita più atten- zione di quante gliene si dedichino generalmente. Il ghiaccio, infatti, è un alimento e come tale deve essere prodotto e manipolato, rispettando determinate regole. Non sono però molti gli operatori del settore alimen- tare che gestiscono il ghiaccio con la dovuta consapevolezza. La cronaca internazionale, infatti, riporta non pochi casi di infezioni alimentari derivanti dal consumo di ghiaccio e se – affrontando un viaggio per le regioni meno sviluppate del pianeta – una delle prime accortezze è di evitare il ghiaccio, purtroppo non si considera che qualche problema po- trebbe verificarsi anche qui in Italia. La gestione del ghiaccio è davvero critica e l’OMS (OrganizzazioneMon- diale della Sanità) mette il ghiaccio tra le 5 fonti più importanti di pro- blemi per la salute umana: nelmondo Non ci si pensa, ma il ghiaccio non è solo un refrigerante, ma un vero e proprio alimento e come tale va gestito per garantire la salute dei consumatori. Ecco come DI ELENA CONSONNI (e soprattutto nei Paesi delle fasce equatoriali) il problema è legato alla potabilità dell’acqua, ma il ghiaccio è un potenziale problema anche nei paesi Occidentali, dove l’acqua di rete è sicura. “Certo, gli scenari al mondo sono molteplici – spiegaCarloStucchi, pre- sidente di INGA (Istituto Nazionale Ghiaccio Alimentare) – In molti Pa- esi il problema del ghiaccio è legato alla salubrità dell’acqua. In Italia il ghiaccio viene prodotto da acqua di rete, e quindi potabile, ma sono le procedure per ottenere il ghiaccio a farlo diventare un alimento poten- zialmente pericoloso”. A far aprire gli occhi su questa questione è stata qualche anno fa la Regione Siciliana, che ha deciso di effettuare una serie di controlli a campione sul ghiaccio, sia pro- dotto nei locali pubblici, sia negli stabilimenti specializzati in questo tipo di attività. I risultati non sono stati confortanti avendo evidenziato la presenza di microrganismi pato- Carlo Stucchi, presidente di INGA

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