Qualitaly_112

IN PROFONDITÀ AGO. SET. 2019 22 che in questa parte d’Italia, bisogna ammettere, c’è ancora tanta strada da fare”. La lista dei ristoranti italiani che espongono il Bollino blu anti aller- gie si infoltisce di anno in anno. Si tratta di luoghi dove celiaci, allergi- ci e intolleranti alimentari vengono coccolati dagli chef e dai camerieri. Piccole imprese della ristorazione che garantiscono una sicurezza per i circa 5milioni di italiani che se ospiti da loro, possono mangiare serena- mente ogni pietanza proposta nei menu senza correre alcun rischio. Il Bollino blu anti allergie è nato due anni fa, quando l’Università Cattolica del Sacro Cuore ha dato il via ai primi corsi coordinati da Domenico Schiavino (responsabi- le del Servizio di Allergologia del Policlinico Gemelli di Roma), e or- ganizzati dalla Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (SIAAIC). Oggi gli stessi corsi vengono orga- nizzati, periodicamente, anche in altre città italiane, il cui scopo è educare ristoratori e gestori a ridur- re al minimo i rischi per i clienti allergici e intolleranti, istruirli sul- le procedure da attivare in caso di emergenza e informarli sui problemi posti dagli alimenti ‘nascosti’ nelle preparazioni in apparenza a prova di allergico. ANCHE UNA CUCINA PICCOLA PUÒ COMBATTERE LA CROSS-CONTAMINATION Nel mondo della ristorazione esi- stono delle regole rigide che – se trasgredite – ‘lamacchina’ si inceppa. Come prima regola, lo chef deve conoscere bene i propri prodotti e fornitori. La seconda è che la comu- nicazione tra cucina e camerieri deve funzionare alla perfezione. Fare da mangiare agli allergici e agli intolleranti nonèdifficilema richiede una conoscenza specifica, da parte dello chef e del suo team, dei pro- dotti alimentari che trattano e dei tempi di preparazione degli stessi. ‘Piccoli dettagli’ che spesso scorag- giano il ristoratore a cucinare per questa clientela ‘ristretta’. Le ragioni che lo spingono ad assumere questo comportamento sono diverse, una, quella più diffusa, la paura di essere denunciati dal cliente, dovesse sen- tirsi male, dopo aver mangiato nel suo locale. L’altra, strettamente legata allaprima, lapossibile chiusuradelle cucine, dopo che i Nas o le Asl han- no effettuato i controlli richiesti dal caso; ultimamotivazione, la pigrizia, dover usare più attenzioni in cucina per evitare la contaminazionedei cibi e degli attrezzi utilizzati. “Una rigorosa preparazione risolve- rebbe il problema – afferma lo chef Elio Sironi. Il team, se adeguata- mente istruito, può usufruire degli stessi spazi evitando la cosiddetta cross-contamination, la più grossa minaccia per gli intolleranti e gli allergici”. Chiunque oggi può allargare le sue conoscenze sul glutine e sulle varie allergie e intolleranze alimentari: sul web, sui giornali oppure frequen- tando corsi di cucina specializzati. L’Osteria Latenasca di Lainate (sala), e il proprietario: lo chef Giovanni Priolo

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