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GIU. LUG. 2019 49 leonardesco, custodito nel Codice Romanoff. Presunto perché il Mu- seo dell’Hermitage, nel quale si dice essere custodito, nega l’esistenza, e presunto, perché a darne traccia è un certo Pasquale Pisapia che racconta di aver copiato a mano gli appunti di Leonardo dai fogli originali. Esi- stenza e attribuzione assai incerta e dubbiama è pur sempre affascinante dare spazio al Genio che, oltre a progettare ponti, fortezze, macchi- ne volanti e dipingere volti “eterni” come quello della Gioconda e quelli del Cenacolo, si diletta tra ricette, dosi e preparazioni. ESPERIENZA DELLO CHEF “Ho deciso di lavorare e prendere spunto dal grande Leonardo perché è un genio assoluto, in grado di dare il massimo sotto ogni aspetto, anche in cucina”. È Daniel Canzian a par- lare, chef dell’omonimo ristorante milanese, collocato a poca distanza dalla Conca dell’Incoronata, l’unica chiusa in cui si può vedere il pro- getto studiato da Leonardo. “Sono partito da un libro in cui si trovano le ricette e gli appunti tra- dotti del presunto Codice Romanoff ( Notedi cucinadi LeonardodaVinci , Voland; sesta edizione nel 2012) – Uno spago mangiabile, in cambio della Monna Lisa Su pane e carne Tra le annotazioni dell’ipotizzato Codice Romanoff , compaiono alcune riflessioni su come assemblare e mangiare, rigorosamente con le mani, il pane e la carne. “Mi chiedo se non sarebbe meglio mettere la fetta di guanciale tra due fette di pane piuttosto che il contrario. Questo sarebbe proprio un piatto mai visto alla tavola del mio Sire Ludovico. […] Il contenuto poi non sarebbe immediatamente visibile, perciò l’ospite avrebbe anche una bella sorpresa […]. Come lo chiamerò? Sorpresa di pane”. Da Note di cucina di Leonardo da Vinci Lo street food… geniale!
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