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GIU. LUG. 2019 15 questa tematica – spiega – e inoltre, molti fornitori di packaging si stan- no adoperando per fornire soluzioni alternative. Abbiamo a cuore il bene del pianeta e vogliamo contribuire in maniera attiva”. La conversione inizierà con Pande- nus Melzi d’Eril, unico franchising su Milano, che a giugno tornerà nel gruppo Pandenus, per un totale di 6 locali di proprietà. Si passerà poi al locale in Piazza Gae Aulenti e poi a quello in Brera, Pandenus Merca- to. Sarà poi la volta di Pandenus di Largo La Foppa, via Tadino e Corso Concordia 11. La catena si sta adoperando per con- vertire tutto quello che è possibile. “Per quanto riguarda il packaging d’asporto utilizzeremo il composta- bile – spiega – e lo stesso vale per i bicchieri di plastica, le posate e le cannucce che saranno di PLA. I sacchetti sono in materiale biode- gradabile, ma per una questione di policy aziendale e conversione d’immagine, li sostituiremo con sacchetti di carta personalizzati con cui comunicheremo ai nostri clienti che Pandenus ha scelto un packa- ging eco-friendly. Questo passaggio richiederà 45/60 gg per questioni pratico-logistiche. La carta che ab- biamo scelto di utilizzare sia per la personalizzazione del packaging sia per i nostri nuovi menù, entrati in vigore 1 mese fa in Pandenus Gae Prezzi alti e scarsa scelta, queste le criticità delle alternative alla plastica Stimolati sia dalle esigenze normative che dalla richiesta di clienti e consumatori finali, anche alcuni fornitori hanno iniziato a guardarsi intorno per proporre soluzioni alternative alla plastica. È il caso di Agen- zia Lombarda, operatore del foodservice associato a CIC-Cooperativa Italiana Catering. “Negli ultimi mesi – spiega Massimo Sassi, titolare di Agenzia Lombarda – abbiamo dovuto provvedere ad aggiungere nuovi articoli in plastica biodegradabile o polpa di cellulosa in quanto i nostri clienti cominciano ad essere più sensibili sull’argomento, vista la dra- sticità della situazione ambientale. In parte siamo stati anche obbligati dalla normativa che entrerà in vigore in periodo relativamente breve, imponendo di sostituire una parte degli articoli in plastica. Per ora gli articoli maggiormente richiesti sono le varie tipologie di piatti (piano, fondo, dessert). Pochi locali utilizzano le posate, i bicchieri non sono richiesti quasi per nulla”. In effetti, almeno al momento la Direttiva non cita i bicchieri tra i manufatti per cui non sarà più possibile usare la plastica. Si vedrà solo nel tempo, con l’emanazione dei decreti attuativi nazionali, se verranno inclusi o meno. Non è così semplice, però, da un punto di vista operativo trovare delle alternative valide. “Il fattore principale – prosegue – è senza ombra di dubbio il prezzo in quanto, rispetto alla plastica, il materiale biodegradabile, come del resto gli stessi sacchetti della pattumiera o della spesa, hanno prezzi elevati. Per questo, essendo un materiale monouso e di continuo consumo, il cliente tende a usarli il meno possibile. Anche gli stessi fornitori non sono an- cora ben organizzati e forniti di linee con forme o capacità particolari. Nell’ambito dei prodotti in plastica, invece, la possibilità di scelta è pressoché infinita. Proprio per questo i produttori cercano di mantenere i prezzi competitivi, anche se la materia prima ha comunque un costo elevato. Infine ci sono ancora problemi di tipo autorizzativo e per le certificazioni: i produttori si stanno ancora adeguando al cambiamento”. LA PAROLA AI FORNITORI – AGENZIA LOMBARDA Pandenus Gae Aulenti
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