Qualitaly_109

FEB. MAR. 2019 49 il mondo, tale da essere considera- to la base di molte culture. E se il consumo della pasta (e del pane) a pranzo o a cena evidenzia un calo, il riso nel Belpaese – nonostante le difficoltà degli ultimi 3 anni in fatto di costi, rapportati ai contadini e alla filiera – nel semestre finale del 2018 balza in avanti: i listini dichiarano un andamento positivo per le diffe- renti qualità di risone, come Balilla, Lido, Baldo, Sant’Andrea e Roma, e una ripresa per Carnaroli e Arborio. Bene l’export trainato da Germania, Francia, Regno Unito e Turchia. RISO CONTRO CLIMA “Il riso è una pianta tropicale, neces- sita di acqua e in Italia, nonostante le incertezze legate alla siccità degli ultimi anni, continua a non avere problemi – dichiara Enrico Losi, Area Mercati dell’Ente Nazionale Risi – Anche se le estati sono torri- de, l’acqua svolge una funzione di barriera protettiva tale da garantire pure una buona resa agronomica dei campi. Va aggiunto anche un altro dettaglio: alcune varietà più vulnerabili sono state soppiantate MERCATI E SALVAGUARDIA Il mercato del riso è vivo e movimen- tato, soggettoa importanti ‘conquiste’ come quella che risale al gennaio del 2019 (richiesta dal governo italiano nel febbraio dello scorso anno) che vede il ripristino, concessodallaCom- missione Europea, dei dazi sull’im- portazione di riso proveniente da due Paesi asiatici, quali il Myanmar e la Cambogia, attivando così una clausola di salvaguardia per tutelare i risicoltori e le industrie italiane ed europee per un periodo di tre anni. Una questione fondamentale, già at- tuabile con la semina dell’anno 2019. “Dal milione e mezzo di tonnellate di riso greggio (risone) se ne ricavano 900 mila tonnellate di lavorato, con una perdita di circa il 40% durante la fase di affinamento – precisa Losi – quelli che possono essere definiti come ‘scarti’ vengono poi indirizzati per altre attività come in ambito in- dustriale o zootecnico”. La produzione italiana copre abbon- dantemente il fabbisogno nazionale – delle 900 mila tonnellate, solo 400 mila finiscono nei piatti e nelle cuci- ne – il resto viene esportato. Invece, da varietà simili con rese superiori”. Ecco perché il riso resta una fonte di sostentamento indispensabile oltre a rappresentare uno dei protagoni- sti della lunga tradizione culinaria italiana, da Nord a Sud. “Diciamo che le rese agronomiche, in media, tendono a salire e il ri- so, in generale, non ha mai avuto sbalzi produttivi come può accadere per altri prodotti: se arriva proprio un’annata pessima, le perdite si li- mitano e si aggirano attorno a un 10%, una cifra minima rispetto a quelle che possono subire frutta o gli ortaggi, oppure altri cereali come il mais”. Simulazione di risaia Crivello per setacciare il riso e, sotto, pesciolame di risaia Risorgiva

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