Qualitaly_109
FEB. MAR. 2019 18 ca di questi imprenditori Millennials è la capacità di diversificare la pro- posta declinandola secondo le varie esigenze e momenti della giornata. Passando dalla trattoria allo street food, o viceversa. “Abbiamo aperto Maoji prima e Mini Maoji poi dove proponiamo lo street food che si può trovare in una strada in Changsha come i bao e il riso in terracotta”. Il cuoco? “Siamo andati a cercarlo in Cina e ci ha dato una grossa mano perché gestisce la cucina e ora forma anche i cuochi degli altri ristoranti”. L’ultima avventura è un supermerca- to, Mood market, dove oltre a ven- dere prodotti tipici si preparano i ravioli, da asporto o da mangiare sul posto e c’è un bancone bar che propone cocktail creativi a base di liquori cinesi e giapponesi. Guardare avanti eproporre cosenuo- ve a un cliente annoiato ma curioso, esigente ma in cerca di autenticità e qualità. In fondo, è una ricetta ap- plicabile non solo alla grande – e bistrattata – cucina cinese. Basti pensare ai giacimenti di pro- dotti e pratiche culinarie del nostro Paese. È un lavoro impegnativo, una ricerca difficile da fare e da trasmet- tere. Ma la formula – come dimostra il caso milanese – può dare grandi soddisfazioni. 5 FASI PER UN CLIENTE CHE EVOLVE 1 - Il cinese “classico” . Il primo ristorante cinese in Italia, Shangai, apre a Roma nel 1949. Ma la grande diffusione inizia negli anni ’80. Una cucina cantonese rivisitata e adat- tata contraddistingue la ristorazio- ne cinese per decenni tra involtini primavera, maiale in agrodolce e generose dosi di glutammato. 2 - Arriva la pizza... ed esce . Negli anni ’90 molti cinesi incrementano la proposta classica con la pizza per attrarre clienti. Prezzi bassi, qualità spesso da dimenticare, la pizza non parliamone: per fortuna dura poco. 3 - Il sushi . Giocando sull’equivo- co ‘ignorantello’ che tanto son tutti orientali, molti ristoratori cinesi ca- valcano il successo della specialità giapponese, abbinata omeno a piatti cinesi classici. Non tutti sopravvivo- no, molti clienti non si fidano asso- ciando la ristorazione cinese con la bassa qualità. 4 - Wok restaurant e All You Can Eat . Dal 2010 si spinge ancora di più sulla quantità e i prezzi bassi. Apro- nowok restaurant imponenti, alcuni occupano ex fabbriche o capannoni. E sonodelle vere eproprie “fabbriche del sapore, con menu dove entrano carne e pesce alla griglia insieme al solito potpourri orientale di sushi e ravioli brasati. 5 - Le nuove generazioni: piccoli, autentici e di qualità . Dall’avam- posto di Milano arriva la riscossa. PRIMO PIANO La trattoria ‘Mao Hunan’ e le sue derivazioni con taglio street food propongono a Milano la cucina tradizionale dello Hunan. GLI INDIRIZZI Le Nove Scodelle Viale Monza, 4 Milano (NOLO) Ravioleria Sarpi Via Paolo Sarpi, 27 Milano (Sarpi) Mu Dimsum Via Aminto Caretto, 3 - Milano (Centrale) Mu bao Via Accademia delle Scienze, 2 - Torino Mao Hunan Via Nicola Antonio Porpora, 5 - Milano (NoLo) Maoji street food Piazza Aspromonte, 43 - Milano (Città Studi) Maoji) Mini Alzaia Naviglio Pavese, 6 Milano (Navigli) Mood market Via Paolo Sarpi, 41 Milano (Sarpi)
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy MTg0NzE=