Qualitaly_109

FEB. MAR. 2019 17 MU: TRA MILANO E TORINO, TRA GOURMET E STREET FOOD “Con MU dimsum abbiamo volu- to aprire un anno fa un ristorante per fare capire cosa è veramente la cucina cantonese, e in particolare di Hong Kong – spiega Suili Zhou, anche lei nata in Cina e cresciuta in Italia – Volevamo sfatare l’imma- gine della cucina cinese di bassa qualità, che con l’ondata dei sushi non è certo migliorata. In genere si pensa che un ristorante cinese abbia prezzi bassi, piatti poco digeribili e una pessima qualità. Tutte cose negative, io volevo portare qualcosa di positivo della mia cultura”. Il ristorante ha un ambiente ele- gante ma semplice, dove domina il legno (mu in cinese), è aperto da mezzogiorno a mezzanotte e propone ravioli e bao anche nel pomeriggio, secondo una visione tipicamente orientale. Qualità e materie prime biologiche comple- tano l’opera. Centrale alla proposta è il tè. “Stia- mo programmando di offrire de- gustazione del tè nel pomeriggio con dim sum (pronuncia dim sam, i ravioli) abbiamo una carta con una decina di tipi diversi ma che am- plieremo ulteriormente. Anche nei ristoranti giapponesi di alto livello il tè spesso non è all’altezza, noi oltre a una materia prima eccellente curiamo la temperatura dell’acqua e i tempi giusti per l’infusione”. A dicembre 2018 nasce la “creatura” street food MU bao a Torino. I panini ripieni cotti al vapore – tipico cibo da strada cinese – in sei versioni diverse sono preparati dallo chef Kin Cheung nel laborato- rio di Milano. “In Cina si mangiano in strada, sono molto diffusi come da voi la pizza, è un altro modo per conoscere la nostra cultura e infatti li proponiamo, come da tra- dizione, con il latte di soia fresco che facciamo noi con una macchina apposita”. MAO, MAOJI, MOOD: TANTI FORMAT Imprenditoria e spirito fai da te si me- scolano nella storia di Mao Hunan, tra i primi ristoranti della nuova onda ad aprire in città. Come ci spiega Marco Iannone. “Mao è nato quasi per gioco da tre soci che facevano tutt’altro: io ingegnere gestionale, la mia ragazza Jieni Hu che lavorava a Class tv dopo essersi laureata in Bocconi come la sua amica Angela Lai. Sono originarie di Changsha nello Hunan, volevano riproporre i piatti che mangiavano da piccole. La difficoltà maggiore agli inizi? Far capire ai clienti italiani che il piatto cucinato secondo la tradizione era così come lo presentavamo noi. Tutti si lamentavano del piccante e abbia- mo abbassato un po’ il livello senza però cambiare la sostanza. Abbiamo lottato per proporre quella cucina. Che ha anche ingredienti ai quali non siamo più abituati come frattaglie e zampe di gallina. Ora tanti clienti vengono solo per quelli”. Una success story che ha creato le sue “figliazioni”. Perché altra caratteristi- ‘MU bao’ porta a Torino il cibo da strada cinese, cucinato in sei diverse versioni dallo chef Kin Cheung nel laboratorio di Milano

RkJQdWJsaXNoZXIy MTg0NzE=