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DIC. GEN. 2019 31 Charles Spence, professore di psicologia sperimentale all’Università di Oxford di alterare la percezione del gusto. Nessuno avrebbe immaginato che i suoni acuti vanno ad aumentare l’acidità percepita degli alimenti; che per esaltare il gusto dolce occorre invece mettere un sottofondo musi- cale rotondo; che un gusto troppo amaro è comportato dall’ascolto di un tono basso. Suoni diversi inviano segnali differenti destinati al cervello che indicano quali papille gustative “attivare” maggiormente. Il legame tra musica e cibo potrebbe avere ripercussioni anche a livello com- merciale, spingendo i produttori di alimenti a provare novità in fatto di confezionamento al momento fuori da ogni immaginazione. Oggi si potrebbe includere nel packaging anche la musica da ab- binare al cibo, magari sotto forma di suggerimento o vero e proprio suono: basterebbe un QR code. Curare l’atmosfera sonora è d’obbli- go. Tra i generi musicali spicca il jazz, non un preciso genere bensì un con- tenitore di suoni che accoglie i più grandi talenti della musica moderna da tutto il mondo. Senza contare la geolocalizzazione del cibo, chemolte volte su un territorio incontra una realtà culturale spesso radicata e precisa come il folk: infatti, i piatti Per perdere peso In uno studio pubblicato sulla rivista Food Quality and Preference , Ryan S. Elder della Brigham Young University di Provo (Usa) e Gina Mohr, della Colorado State University di Fort Collins (Usa) spiegano che “il suono emesso dagli alimenti durante la masticazione influenza la quantità di cibo che viene consumata. Più risulta intenso, meno se ne ingerisce”. È l’effetto “crunch” a sostenerlo. tipici di un paese hanno più gusto se accompagnati dallamusicadel posto. Lo ha scoperto un illustre professore di psicologia sperimentale, Charles Spence , che ha una cattedra all’U- niversità di Oxford. Spence chiama tutto questo “condimento sonoro”. Grazie a nuove tecnologie, come l’au- dioMulti-Roomdi Sony, i ristoratori, e non solo, hanno gli strumenti utili per trasformare unpasto inuna espe- rienzamultisensoriale: in qualunque stanza ci troviamo, possiamo abbi- nare il pranzo o la cena alla musica giusta per esaltare la percezione dei sapori. Spence aggiunge: “i gusti si percepiscono con i sensi, non con la bocca. È il cervello che prepara la bocca all’esperienza del sapore. L’ambiente che ci circonda ha un effetto significativo sull’esperienza culinaria, ma la musica è in grado di preparare il palato a nuovi gusti, influenzare emodificare la percezio- ne dei sapori, e rendere più intensa l’esperienza gustativa. Quindi anche L’Arkansas University

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