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IN DISPENSA OTT. NOV. 2018 34 giunse proporzioni talmente grandi che i governanti romani furono co- stretti a creare una corporazione, i ‘mensores’, una sorta di polizia annonaria che misurava il quanti- tativo delle anfore poste in vendita nei mercati rionali, versando il loro contenuto in anfore campione in loro possesso. In pratica tutelavano i consumatori facendo ‘polizia me- trica’, una delle funzioni oggi svolte dalla polizia annonaria comunale e dall’Ispettore metrico della Ca- mera di Commercio. È da dire che in genere sono i grandi comuni ad avere settori di polizia annonaria con agenti specializzati nei controlli commerciali e igienico annonari. Nei piccoli comuni al massimo ven- gono espletati controlli di polizia commerciale, decisamente molto più semplici di quelli annonari. In cosa consiste il controllo an- nonario? Il controllo annonario è un’attività piuttosto complessa perché chi lo effettua deve conoscere le normative europee, nazionali e locali relative al settore che sta controllando. Occorre conoscere le normative commerciali (europee, nazionali e locali), le nor- mativemetriche, veterinarie, alimen- tari, igieniche, le tecniche di produ- zione degli alimenti (come funziona una macelleria, un alimentari, un panificio, una gelateria, le pescherie, etc e le principali truffe), l’Haccp, il Testo Unico di Pubblica Sicurezza… e altro ancora. Quale è il caso comune e frequente che riscontrate durante i vostri interventi? E quali sono le frodi alimentari più diffuse? Negli anni ho avuto diversi casi di pescivendoli ambulanti che vende- vano pesce scongelato spacciandolo per fresco. Per riconoscere questa frode in commercio, esiste una tec- nica che era presente nei libri di veterinaria di circa 35-40 anni fa e che ora è scomparsa: la tecnica del cristallino. È una tecnica che ha una percentuale di successo del 100%. In pratica, si chiede al pescivendolo di sezionare un occhio del pesce sospetto ed estrarre il cristallino. Lo si guarda poi contro luce. Se è completamente trasparente il pe- Un esempio da non seguire I bar/ristoranti che tengono i prodotti di pasticceria senza le teche di protezione o le paste farcite con crema pasticcera a temperatura ambiente, espongono i propri clienti a potenziali malattie, alcune delle quali, addirittura, procurano insufficienza renale (infezioni da enterotossina staffilococcica, Escherichia Coli O157, etc).L’obiettivo dell’attività è la tutela della salute.
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