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73 Aprile 2022 e alle sue eccellenze guarda anche O’ndina: “Si trat- ta di un gin studiato a livello sartoriale da Campari ”, commenta Ambrosi, “e che prevede tra le altre cose lavalorizzazionedi unabotanica italiana importante come il basilicoverdeDopdiGenova. Il consumatore oggi cerca storiaedelementi attrattivi dietro l’etichet- ta, qualcosa insomma che faccia status nella bevuta”. Naturalmente esiste anche la galassia del mass market , composta da quella moltitudine di per- sone che si appoggiano agli influencer, ai social e a filosofie come il fast drinking o il binge drin- king , ossia la tendenza a consumare molto alcol in poco tempo, ricorrendo a drink morbidi, frutta- ti, veloci e semplici, di sicuro “effetto Instagram” ma sprovvisti di una vera e propria personalità. L’impatto di simili trend lo scontano sia il ginepro, ovvero la tradizionale nota aromatica amara del gin, sia lo stesso grado alcolicodi questodistillato, chenel prodotto-emblema Gordon’sGin si attesta sul 37,5%, a dispetto della già notevole versatilità che il gin può vantare confronto ai distillati agavati e allo stesso mondo dell’uva. LA NUOVA GENERAZIONE DEI GIN ANALCOLICI Non sempre però la ricerca di bevute molto morbide si accompagna a una semplificazione forse unpo’ svilente: prodotti come Seedlip , Atopia oMe- mento dimostrano quanto lo sviluppo della tecno- logia consenta un consumo low-alcohol o del tutto analcolico senza sacrificare il profumo della bota- nica con tutta la sua eleganza. Consentendo bevute “da grandi” anche nell’aspetto, liberando gli avven- tori di locali e cocktail bar dalla schiavitù dei succhi di frutta e degli ombrellini infilati dentro la coppa: l’affinamento delle tecniche di fermentazione non alcolica dà infatti la possibilità di catturare gli aromi senza ricorrere agli zuccheri. I COCKTAIL DEL MOMENTO Parlandodi cocktail, Ambrosi ha le idee chia- re sul fatto che il gin tonic non appartiene a questa categoria – sarebbe infatti un “semplice” drink –, quindi lo sottintendema non lo cita tra i must della mixology a base di gin: “Se si parla di bevute faci- li”, spiega a Mixer il vicepresidente dell’associazio- ne dei barmen italiani, “il gin fizz (sebbene in verità non sia un drink facile da fare) è eccellente, quindi rappresenta una grandissima risorsa nel consumo medio-basso. Il must di oggi”, aggiunge Ambrosi, “è il Gin Basil Smash , visto che noi italiani sul ba- silico siamo i numeri 1. Vanno molto anche l’Avia- tion, col suo profumo di violette, e il Bramble, un gin sour con profumo di crema di more, in memo- riadel grandebarmanDickBradsell. Di sicuroeffetto anche certe provocazioni a base di digestivi e gin”. Non è solo il gin che cambia; a evolversi sono anche le toniche, storico pendant di questo distillato: “Le toniche sono completamente cambiate”, conferma Ambrosi, “prima il riferimentoera l’IndianTonicWa- Tra i cocktail ammessi al prestigioso ricet- tario dell’Iba – International Bartenders Associationfigura una nutrita rappresen- tanza dove il gin è uno degli ingredienti chiave. Tra i cosiddetti Unforgettables, spiccano i cocktail Aviation , Casino e Last Word , dove il gin si accompagna al maraschino mescolato rispettivamente con crema di violette, succodi limone fre- sco e Chartreuse verde. Nel Dry Martini il gin si accompagna al Dry Vermouth e nel Gin Fizz al succo di limone e allo sciroppo di zucchero. Gettonatissimo il Negroni , a base di gin, bitter Campari e Vermouth dolce rosso. Nel novero dei Contemporary Classics citiamo invece il French 75 , con gin, succo di limone, sci- roppo di zucchero e Champagne. Tra i New Era Drinks citiamo il Bee’s Knees , dove il Dry Gin è accompagnato da sci- roppodimiele, succodi limone e succodi arancia; il Bramble , dove a far la differen- za è la crema di more; il South Side con London Dry Gin, succo di limone fresco, sciroppodi zucchero ementa; il Suffering Bastard con pari quantità di gin e cognac (o brandy) e, come gregari, succo di lime e angostura. COCKTAIL IBA

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