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70 Mixability Mixer interventi sono mirati e competenti e se hanno stile… ecco perché, in tanti casi, scelgono proprio gli influencer che hanno una cerchia di se- guaci più contenuta”. Spiega Nerina Di Nunzio. L’argomento alcol è sempre sotto i riflettori poiché (spesso) legato al consumo eccessivo, ai rischi e alle conseguenze che possono scaturire da un abuso; è fondamentale quindi che il drink influen- cer faccia percepire in modo chiaro l’interesse che c’è dietro a ogni cocktail, l’arte dellamixology e del saper equilibrare ogni ingrediente, così da allontanare definitivamente il concetto del ‘bere e basta’. “Lo storytelling è alla base di questonuova professione – continua la Foun- der at Food Confidential –. Lo stesso pensiero viene seguito non solo dalle aziende che producono superalcolici, ma anche dalleMaison di Champagne, il discorso è valido da ogni lato e serve per fare passare il messaggio del bere corretto. Ma va sottolineato un altro elemento che può aiutare nella giusta fruizione di unpensiero: è più facile interagire conunnumero contenuto di followers con i quali ci può essere undia- logo, uno scambio di opinioni, piuttosto che limitarsi ai semplici like, anche se in numeri significativi”. È quindi giusto dirigersi sulla qualità del messaggio, facendo una distinzione tra i target diversificati di Fa- cebook e Instagram: il primo ha una community di età più matura, oltre a essere un social network che innanzitutto punta all’osservare ciò che si fa o si condivide nell’arco della giornata; Instagram, invece, ha il vantaggio delle immagini molto belle e vere che, se corredate da un pensiero reale e dettagliato, aprono a conversazioni interessanti e costruttive. “C’è un’altra componente che non deve mancare a un drink influencer – conclude Nerina Di Nunzio – Deve far trapelare l’interesse e la piacevolezza di ciò che si sta trasmettendo. Se il post è troppo costruito o troppo commerciale… non funziona”. QUESTIONE DI ATTENDIBILITÀ Aquestopunto, è inevitabileporsi ladomanda: lanuovaprofessione va ad affiancare quella più tradizionale del giornalista di settore o incarna un ruolo differente? Diatribe a parte, l’attendibilità è data, oltre che da un approcciomoderno, anche da una preparazione nel settore che de- ve essere assolutamente contemplata, conoscenzadellematerieprime, delle evoluzioni e delle proposte che le aziende interessante mettono a disposizione, a prescindere che sia un prodotto rivoluzionario, una bibita o una tradizionale vodka, giusto per fare un esempio. Ma comedistinguere unefficientedrinkblogger? “Primadi tut- to bisogna prendere in esame l’affinità con il brand, se pubblica con- tenuti in linea con i prodotti, se utilizza un linguaggio mirato che sia contemporaneamente tecnico e culturale”. Su questi aspetti si trovano in accordo Elisabetta Bracci , Valeria Eccellente e Valentina Mevio , ri- spettivamentePremiumBrandsMarketingManager, Junior BrandMa- nager ItalianSparklingDrinks eSeniorBrandManager ItalianSparkling Drinks di Sanpellegrino. “Bisognapoi distinguere qual è labevanda sulla quale fare que- sto tipodi comunicazione, ovviamente cambia la strategia se si parla di acqua, bibite o altri prodotti – continua Valeria Eccellente –Nel nostro caso il drink influencer dovrà avere un impatto molto fresco, giovane, SOPRA Valentina Mevio, Senior Brand Manager Italian Sparkling Drinks di Sanpellegrino SINISTRA Elisabetta Bracci, Premium Brands Marketing Manager di Sanpellegrino
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