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MARZO 2019 / Mixer 79 LA PROFESSIONE considerare le relazioni che esse hanno con le altre organiz- zazioni del settore. Faccio un esempio pratico: tra una scuola del caffè che non è inserita in nessun network di relazioni, soprattutto internazionali, e una che invece che ne fa parte, probabilmente è da preferire quest’ultima. Questo perché essere in una rete permette di evitare un’autoreferenzialità eccessivae, a vari livelli, sottoponeal controllo, anchemorale, delle organizzazioni partner. IL RUOLO DEL FORMATORE Venendo invece al formatore stesso, partiamo dal presup- posto che questi faccia sempre capo a un’organizzazione, in modo tale che i contenuti che propone siano stati condivisi e validati all’interno di un gruppo più ampio di professionisti. Rimanecentrale la regola che si dovrebbe insegnareciòche si pratica e praticare ciò che si insegna. Un formatore dovrebbe trasferireunaconoscenzaverificatasul campo, cioè insegnare quanto davvero usa nella sua vita professionale. È necessario quindi raccogliere informazioni sull’attività del docente fuori dall’aula per capire se davvero abbia maturato un’esperienza significativa nel suo campo. L’ECOSISTEMA Da ultimo ritengo che nella scelta del percorso formativo sia rilevante capire anche l’ecosistema in cui si entra. Un corso non è soltanto la creazione di una relazione docente- allievo, ma lo sviluppo di una rete di relazioni tra gli studenti stessi. Partecipare a un momento formativo che permetta l’accesso a una comunità più ampia in cui raccogliere sti- moli e contenuti è un punto certamente di grande valore per un professionista. Tra l’altro, un ecosistema che favori- sca quindi lo scambio di idee tra i suoi membri, riducendo eventuali attriti e frizioni tra gli stessi, è probabilmente anche in grado di codificare nuova conoscenza e renderla disponibile con più efficacia per l’intera comunità. Global Coffee L’autore è Consigliere dell’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè e Amministratore del Centro Studi Assaggiatori www.assaggiatoricaffe.org CARLO ODELLO V iviamo in un tempo benedetto dall’abbondanza di offerte formative, in ogni campo, per ogni neces- sità, per tutte le tasche. Opportunità che ci sono proposteneiformatipiùdiversi,matraquestiquello principe rimane probabilmente ancora il corso in aula. La pre- senza fisica nello stesso spazio del docente e dell’allievo, con quel canale di comunicazione direttissimo che si apre tra i due specialmente quando i gruppi sono di dimensioni ridotte, è unacondizionechefavorisce il trasferimentodellaconoscenza. Molti professionisti del settore del caffè mi chiedono proprio quali corsi frequentare, mi domandano pareri sui formatori, mi interrogano sulle logiche dietro le varie organizzazioni. Nel tempo ho elaborato una serie di criteri per guidarli in un’ope- razione così delicata e personale come quella di impostare il proprio percorso di apprendimento. LE REFERENZE Innanzitutto, raccomando lorodi verificare lereferenzedell’or- ganizzazione che eroga la formazione. Poiché la maggior parte delle entità che si occupano di corsi sul caffè non sono sottoposte ad alcun controllodi parte terza, può tornare utile Quali corsi frequentare?
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