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ingredienti congelati nel prodotto finale (il classicospaghetto alle vongole ad esempio). Stessa deroga vale anche per que- gli alimenti per i quali il congelamento costituisce una fase tecnologicamente necessaria del processo di produzione e ancor di più per quei prodotti somministrati, per i quali lo scongelamento non produce effetti negativi in termini di sicurezza o qualità. Il caso più ovvio è quello legato alla preparazione e somministrazione del pesce. Qui il processo di congelamento e/o abbattimento non solo non altera il prodotto, ma addirittura è indispensabile per prevenire la possibile presenza di elementi nocivi per la salute, come il famoso parassita patogeno Anisakis. Tutto a posto quindi? Gli operatori possono adeguarsi al de- creto legislativo?Nienteaffatto.Nellagiurisprudenzapenale, ormai consolidatadadiversesentenze,prevale l’orientamento di trattare l’omessa indicazione di prodotto congelato come suscettibile di reato di frode in commercio ex articolo 515 del codice penale. Inparticolareprevale l’idea che si somministri al consumatore un prodotto qualitativamente diverso rispetto a quello indi- cato nel menù, ritenendo l’alimento “congelato” differente rispetto a quello “fresco”. Addirittura la Suprema Corte con- sidera sufficiente, per la configurabilità della tentata frode in commercio, la semplice disponibilità, nella cucina di un ristorante, di alimenti surgelati e non indicati come tali nel menù, indipendentemente dall’inizio di una concreta som- ministrazione al cliente. Quindi, seper lanormativaamministrativa (per altrodi deriva- zioneeuropea) nonènecessario indicareconunasteriscoogni piatto trattato con prodotti congelati, per la giurisprudenza penale italiana è obbligatorio farlo per ogni singolo piatto, pena una condanna che prevede una reclusione fino a due anni o la multa fino a duemila e sessantacinque euro. Una confusione che complica la vita agli operatori del mercato e che, è bene sottolinearlo, è decisamente più dannosa delle regole stesse, aprendo il fronte a diverse possibili interpre- tazioni, senza poter avere la certezza di aver operato nel rispetto delle norme. Riteniamo inoltre che si tratti di un’interpretazione del tutto anacronistica, che è rimasta ancorata a schemi passati, a modelli di consumo superati e che non riesce a compren- dere come le tecniche di congelamento/surgelazione si sia- no evolute nel tempo, garantendo oggi una qualità ed una salubrità perfino superiore al prodotto trattato come fresco. Ci sembra infine corretto evidenziare una ulte- riore contraddizione. A nostro avviso non viene posta la stessa attenzione nei con- trolli verso tutte quelle nuove at- tività che si affac- ciano nel sempre più affollatomon- do della ristorazione o meglio di “para-ristorazione”. Ci riferiamo agli innumerevoli luoghi di preparazione di ci- bo a basso mercato e dubbia provenienza o alle proposte gastronomiche di presunte sagre che invece di valorizzare realmente i prodotti tipici del territorio, svolgono attività commerciale in deroga alle norme vigenti. Riteniamoche il consumatoredi oggi abbiaconoscenze, espe- rienze e un accesso alle informazioni talmente rafforzate, che non ha bisogno di un asterisco protettivo per garantirlo nei suoi consumi, sui quali ha altri parametri più affidabili per valutare qualità e sicurezza alimentare nelle sue scelte. A pensar male, si è portati a credere che per fare notizia sia meglio cercare il pelo nell’uovo di un ristorante cono- sciuto o di uno chef televisivo, piuttosto che le mancan- ze in improbabili street-food o nelle tante forme di abusivismo commerciale che operano border line. 40 Mixer / OTTOBRE 2018 PUBBLICO ESERCIZIO Alimenti surgelati asparagi * frutti di bosco * funghi *

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