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10 Mixer / OTTOBRE 2018 IN PRIMO PIANO Estero NUOVI SPAZI DI VITA E CULTURA Non tutto funzionacerto. La città è caratterizzata da di- suguaglianzedrammatiche con i più poveri concentrati nei quartiers nords dove, segnodei tempi, si sta com- battendocontro la chiusura di un McDonalds, fast food americano che qui signifi- ca posti di lavoro e cibo a buonmercato.Ma lacittàha lavorato molto per miglio- rare. Euroméditérannée, la strategia di rigenerazione avviata nel 1995, ha evi- denziato Marsiglia come trait d’union tra Europa e Mediterraneo. Nel 2013 Marsiglia è stata la capitale europea della cultura, e la città è ripartita, grazie a nuovi spazi che l’hanno inserita nei circuiti internazio- nali del turismo culturale e a un agguerrito drappello di archi-star. Il Mucem, Museo delle civiltà mediterranee, oltre a esibizioni sempre di grande interesse offre una strut- tura spettacolare, con una terrazza per aperitivi, il ri- storanteMôle, spin-off del tristellatoGéraldPassedat e una passerella verso lo storico Forte con il giardino dellemigrazioni doveungiardiniere-mediatoreguida nell’orto botanico tra fichi, mirti ed erbe aromatiche, evocando la storia delle migrazioni, degli abitanti e delle piante del Mare Nostrumi. A fianco la Villa Méditerranée è un centro polivalente progettato da Stefano Boeri. Nel nuovo centro urbano Euromed spicca La Mediterraneé creata da Jean Nouvel “con l’ambizione di appartenere allo spessore dell’ariama- rina mediterranea”. La Friche è una “fabbrica artistica” nata nel 1992 in una ex manifattura di tabacchi. Nella bella stagione sulla terrazza si prendeunaperitivocon vista sulla città al suono della musica live: jazz, salsa, africana. “Qui si ospitano tutte le forme di espressione artistica. Tutte le tendenze. Tutte legenerazioni. La scoperta, l’incon- tro, il dibattito, l’inaspettato sono ad ogni angolo. La Friche è impertinente e amichevole”. ComeMarsiglia al suo meglio. E come potrebbe tornare ad essere il MareNostrumdal quale le nostra civiltà, culture, cibo e storie sono partite. Perché niente è facile quando si deve mediare, ma il futuro, incerto, problematico, meticcio, sporco e duro, ma anche creativo e stimolante, volenti o nolenti, sarà questo. CITTÀ RADIOSA, PICCOLA UTOPIA La Cité Radieuse in Boulevard Michelet è l’unità d’abitazione progettata da LeCorbusier nel 1952 come “città chiusa” con case, uffici, negozi, albergo e ristorante e lo spettacolare tetto attrezzato, dove ancora oggi i residenti salgono con cena al sacco e bottiglia di vino per mangiare, chiacchierare, scambiarsi le novità mentre i bambini sguazzano in piscina. RIFLESSI SUL PORTO La ristrutturazione del Vieux Port ne ha fatto una vetrina della città. Forse con questa idea Norman Foster ha creato questa tettoia tanto instagrammabile dove ci si fotografa tra i bagliori del sole e i riflessi dell’acqua.
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