bevande
25 Maggio 2017La spesa delle famiglie in servizi di ristorazione è stata nel 2016 di 78 miliardi di euro pari al 35% del totale della spesa per consumi alimentari. L’impatto della crisi sui consumi alimentari in casa (-12% pari a una flessione di 18,4 miliardi di euro tra il 2007 ed il 2015) ha fatto sì che il peso della ristorazione sul totale dei consumi alimentari guadagnasse qualche posizione smentendo così le suggestive ipotesi che vorrebbero un ritorno ai consumi in casa a scapito di quelli fuori le mura domestiche. Si conferma, inoltre, il trend che vede un’Italia in controtendenza rispetto al resto d’Europa, dove al contrario i consumi alimentari fuori casa hanno registrato una significativa contrazione: guardando all’Europa nel suo complesso, infatti, i consumi alimentari valgono 1.541 miliardi di euro suddivisi tra il 64,2% nel canale domestico e per il 35,8% nella ristorazione, con differenze notevoli tra Paesi. Nel complesso in Europa tra il 2007 ed il 2015 si è registrata una flessione dei consumi pari a circa 22 miliardi di euro ma nel nostro Paese la contrazione degli alimentari ha riguardato quasi del tutto il canale domestico, a differenza di quanto successo ad esempio in Spagna (-14,3 miliardi di euro) o nel Regno Unito (-7 miliardi di euro). È un mercato quello dei pubblici esercizi in continua espansione, tra il 2008 e il 2016 l’aumento è stato dell’8,1% pari in valore assoluto a +20.184 imprese. Tuttavia i bar tra il 2008 e il 2016 hanno registrato un calo del 3,9% a fronte di un aumento dei take away del +35%, una tendenza, emersa negli ultimi anni, che conduce verso la dequalificazione dell’offerta commerciale in particolare nei centri storici, con il rischio concreto di vedere depotenziata la forza competitiva dell’Italia nel mercato turistico internazionale. Nel 2016 sono stati 39 milioni gli italiani che hanno dichiarato di aver consumato pasti fuori casa. Più di sei italiani su dieci consumano, con diversa intensità, la colazione fuori casa, per quattro milioni si tratta di un rito quotidiano. Il locale per eccellenza dove gli italiani consumano la colazione è il bar/ caffè, senza alcuna distinzione di genere, età o area geografica. Il bar/pasticceria è secondo in classifica per preferenza, preferito soprattutto dalle donne (65% contro il 57% degli uomini). A colazione gli italiani spendono in media 2-3 euro. A circa il 67% degli italiani, pari a poco meno di 34 milioni, capita di consumare il pranzo fuori casa durante la settimana, e per cinque milioni si tratta di un’occasione abituale (3-4 volte alla settimana).
La spesa durante la settimana si concentra prevalentemente nella fascia 5-10 euro (45,5%). Nel week end invece luoghi, prodotti e spesa cambiano significativamente: ristoranti/trattorie e pizzerie scalano la classifica, preferiti rispettivamente dal 56,2% e dal 39,5% degli intervistati. La spesa sale nella fascia 10-20 euro con il 42,2% delle risposte. Arrivando a sera, l’analisi Fipe rileva che il 61,7% degli intervistati ha consumato almeno una cena fuori casa con riferimento ad un mese tipo. Poco meno di due milioni hanno cenato fuori casa almeno tre volte alla settimana, prediligendo soprattutto le osterie e, in seconda scelta, le pizzerie. La fascia di prezzo di una cena tipo è tra i 10 e i 20 euro, anche se più di un terzo degli italiani riserva ad una singola cena dai 20 ai 30 euro. Solo un intervistato su cento è disposto a pagare più di 50 euro per consumare l’ultimo pasto del giorno.
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