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20 Maggio 2015

Fruit Innovation, Fiera Milano rilancia l’ortofrutta italiana


Fruit Innovation, Fiera Milano rilancia l’ortofrutta italiana

Il settore ortofrutticolo italiano, comparto di grande pregio dell’agroindustria nazionale di cui rappresenta un quarto e seconda voce delle esportazioni dopo il vino, ha da oggi il suo appuntamento espositivo di riferimento: Fruit Innovation, la cui prima edizione è stata inaugurata a Fiera Milano, negli stessi giorni in cui Fiera è occupata dalla mostra mondiale del processo e packaging Ipack-Ima.

E insieme a Fruit Innovation si è messa in moto la cabina di regia dell’ortofrutta, un’iniziativa cui aderiscono tutti i principali protagonisti della filiera (produttori, commercio all’ingrosso, confederazioni agricole, esportatori, grande distribuzione) presenti in forze all’inaugurazione della manifestazione. L’obiettivo della cabina di regia è lo stesso di Fruit Innovation: rilanciare l’ortofrutta italiana attraverso l’innovazione del prodotto e l’internazionalizzazione dei mercati.

«La cabina di regia - spiega Guido Corbella, amministratore delegato di Ipack-Ima - era nata per orientare la mostra, ma data la sua rappresentatività ha tutti i numeri per agire come un vero strumento di politica industriale al servizio del comparto».

La sfida che Fruit Innovation ha davanti è presto detta. L’Italia vanta una posizione di primissimo piano per quantità e soprattutto qualità dei prodotti. Ma non riesce a mettere a frutto le sue enormi potenzialità. E’ oggi il secondo produttore di ortofrutta nell’Unione Europea. In particolare è il primo produttore mondiale di kiwi e il primo in Europa per pere, pesche e uva da tavola, mentre per le mele si colloca al secondo posto. E’ inoltre leader in Europa per lattughe e radicchio. Complessivamente produce 12 milioni di tonnellate all’anno, più o meno come la Spagna. Ma mentre l’export italiano vale 4,1 miliardi di euro quello spagnolo ne vale 11. Inoltre il consumo interno è in diversi casi in difficoltà. Le pere hanno perso il 30% dal 2000 al 2013, l'uva da tavola il 28%, le mele il 26%, le banane il 20%.

La concorrenza è insomma spietata. E non è solo spagnola: ci sono infatti anche Olanda, Turchia e Polonia. Ma l’ortofrutta italiana può contare su un vantaggio in grado di fare la differenza nella competizione internazionale sul segmento di mercato a più alto valore aggiunto e tasso di innovazione: la tecnologia di trattamento e confezionamento del prodotto, ossia ciò che trasforma una commodity agricola in un prodotto alimentare reso disponibile sugli scaffali del punto di vendita e pronto per il consumo. Nei macchinari per la trasformazione di frutta e vegetali l’Italia è il numero uno, con il 25-30% di export. Grazie a queste tecnologie è stato possibile estendere l’export di prodotti freschi a Paesi sempre più lontani. Fruit Innovation incorpora questa importante dimensione tecnologica superando la formula tradizionale della fiera ortofrutticola. E proprio per questa sua peculiarità distintiva, debutta nell’ambito di Ipack-Ima 2015.

«Fruit Innovation non è solo a una fiera di tre giorni, ma un impegno che si prolungherà per tutto l'anno attraverso gli orientamenti e le indicazioni che verranno dalla nostra cabina di regia - ha sottolineato Francesco Pugliese, presidente della mostra e di Associazione Distribuzione Moderna -. Intendiamo dare un segnale, mettere in campo cambiamenti che premino gli anelli della filiera a partire dalla produzione, soluzioni che favoriscano accordi in tema di aggregazione e abbattimento dei costi. Innovazione è una parola da riempire di contenuti. Fruit Innovation nasce con questa progettualità».

TAG: AREAS ITALIA - MYCHEF,FIERA MILANO,ORTOFRUTTA,FRUIT INNOVATION

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